Se domani è sempre oggi — la bolla ai tempi dell’Antropocene

Dreaming Kraken
4 min readMar 2, 2023

Ieri ho comprato Domani perché ho letto su Facebook che avrei trovato un pezzo dal titolo ‘La lettura ecologica nell’èra dell’antropocene’ e così ho pensato che avrei potuto integrare con nuovi autori o titoli il mio basket e magari anche il mio scaffale antropocenico.

Da sempre attratta da determinati argomenti al punto da far debordare il mio amore per certi temi nella real life (ultimo viaggio: Territori del nord ovest e prima, per dire, New Mexico)

Tombstone Valley, YT

avevo qualche anno fa salutato con gioia l’inaspettato incontro con una mente strepitosa che nel desolato panorama facebookiano fatto di simulacri di intellettuali e autodichiarati artisti/scrittori costituiva un fulgido esempio di rara profondità di pensiero, vastissima cultura e sincera volontà di condivisione. L’antropologo, narratore e poeta Meschiari era lì a raccontarci, almeno una volta alla settimana, nuovi e interessanti saggi, romanzi, poesie, articoli - una continua fonte di ispirazione, una teoria senza fine di spunti, commentati e pòrti con attenzione e spirito critico. Attraverso post personali su Facebook e post sul blog La Grande Estinzione (https://lagrandestinzione.com/), lui e altri collaboratori hanno creato un repository ricchissimo e vivacissimo da cui chiunque poteva attingere. Molte delle idee sviluppate là sono poi state di volta in volta raccolte in qualcuno degli agili saggi che Meschiari stesso ha prodotto, dando così la possibilità anche ai più distratti di ricostruire i principali temi di discussione e approfondirli.

Meschiari, prima di quando io incontrai la sua opera divulgativa e poi quando la conobbi — durante i primi mesi di entusiastici progetti collettivi e durante i lunghi, oscuri mesi della pandemia — continuò a offrire sul web una pletora di riflessioni e informazioni di tale valore che con una sola di quelle si potrebbe scrivere un long form migliore della maggior parte di quelli che si leggono in giro. Oltre a divulgare — un esempio su tutti: https://www.nazioneindiana.com/2020/09/26/antropocene-fantastico/

Meschiari scriveva anche narrativa e poesia: solo in quel periodo, dal 2019, L’ora del mondo — che molti apprezzarono e ascrissero alla letteratura ‘alta’ — e il preziosissimo Finisterre, addirittura un poema epico (articolo: https://lagrandestinzione.com/2019/12/31/finisterre/ + qui un estratto in lettura: https://www.facebook.com/watch/?v=483648579139775&ref=sharing)

Quanti titoli abbiamo letto e discusso con lui o con Antonio Vena, fidato amico e collaboratore? Quanti discorsi intorno all’antropologia, alla letteratura, alla letteratura dell’antropocene e soprattutto alla narratologia?

Quante previsioni, indicazioni di metodo, riflessioni e suggerimenti sono stati condivisi?

Adesso, dopo tre anni in cui ‘antropocene’ da parola per addetti ai lavori è diventata parola mainstream, che le librerie — come predetto allora — si sono riempite di titoli — spesso mediocri — che cercano di conquistare il lettore con l’ennesimo cervo innocente in copertina e che assistiamo inermi a greenwashing senza ritegno e vergogna, adesso che siamo passati attraverso la pandemia e soprattutto attraverso il crollo cognitivo che ha evidenziato, che assistiamo attoniti alla caduta persino delle certezze sulla pax europea, con un’apocalisse nucleare di colpo improvvisamente probabile, con lo spettro ormai immanente del cambiamento climatico, ora, ora che guardiamo dritti nel baratro, NON ci ricordiamo di chi quel baratro lo ha disegnato, raccontato, descritto, studiato — sicuramente tra i primi in Italia, sicuramente con maggior amore, passione, desiderio di condivisione. Guardiamo i libri di cui parlammo come fossero nuovi, le collane che abbiamo visto nascere come se non avessimo già saputo che sarebbero comparse e non ci ricordiamo di chi per anni ci ha parlato di come scrivere ai tempi dell’antropocene, di chi ha scritto più di un volume sul punto — e magari ciò che ora viene consigliato come lettura è stato scritto proprio riflettendo su quei suggerimenti.

Eppure, in questo articolo che ho appunto letto ieri su Domani, che vuole essere un’onesta ‘rassegna’ e dove dovrebbero comparire le liste di autori e titoli che ci si aspetta che compaiano, nulla si dice di tutto questo e nemmeno si cita l’autore che pure molti degli autori citati conoscono, apprezzano e con cui si sono certo confrontati, nemmeno si citano le sue numerose opere.

Magari anche questo è Antropocene.

Denise Bresci

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Della stessa sostanza di cui sono fatti i totani — We are such stuff as squids are made on